Periodi e movimenti

Palazzo Rucellai a Firenze

Il palazzo è espressione dell’ordine urbano. Il fiorentino Palazzo Rucellai è stato progettato nel 1447 da Leon Battista Alberti, che ne affidò la realizzazione a Bernardo Rossellino, tra il 1450-1460. Alberti aveva definito la tipologia del palazzo residenziale urbano nel suo trattato De re aedificatoria nel 1452.

Egli lo concepì con un volume netto, dalla semplice forma parallelepipeda, derivata dal lotto di terreno per lo più regolare. Il palazzo, infatti, deve integrarsi in modo armonico e funzionale all’interno della città. La facciata, con il disegno regolare delle sue parti, deve rispecchiare la scansione orizzontale dei piani, ma deve anche guidare a comprendere l’organizzazione interna degli spazi. Questa concezione deriva dall’architettura romana, che viene resa attuale, sia per quanto riguarda l’ordine compositivo che per i principi costruttivi.

L’ordine geometrico della facciata

La facciata di Palazzo Rucellai è suddivisa da un reticolo geometrico regolare, al cui interno si inseriscono le finestre bifore. Questo reticolo è definito orizzontalmente dalle cornici marcapiano (cioè che scandiscono i piani), verticalmente da lesene.

L’utilizzo di elementi e regole classici

Le lesene si concludono con capitelli dei tre principali ordini classici, ovvero dorico, ionico e corinzio. Alberti ripropone, dunque, la sovrapposizione degli ordini architettonici antichi, applicata nell’architettura romana, ad esempio nell’Anfiteatro Flavio (noto come Colosseo).

Il bugnato, tecnica costruttiva romana

La superficie della facciata è percorsa da un bugnato liscio, che richiama le tecniche costruttive romane. Il bugnato crea, inoltre, un effetto di regolarità delle superfici.

La purezza della forma e della geometria

Il cornicione conclusivo, alla sommità della facciata, è aggettante (ovvero sporgente), e ciò contribuisce a rendere ancora più chiara e regolare la forma del palazzo. Il motivo gotico delle finestre bifore acquisisce qui un nuovo ordine geometrico, poiché si conclude con un arco a tutto sesto.

Il ritmo pacato dell’insieme

L’alternanza di lesene e di finestre bifore determina un ritmo pacato ed uniforme. Il piano inferiore è interrotto da due eleganti portali architravati, che producono un effetto di ordine ed eleganza, ma non di monumentalità.

Il palazzo e la vita cittadina

Lo zoccolo esterno, in basso, è percorso da panchine, come se volesse tramandarci la vitalità della vita cittadina. Il loro schienale è trattato con un motivo a rombi, che ricorda l’opus reticulatum dei costruttori romani.

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