Alto Medioevo

Guidati dal re Alboino, i Longobardi, popolazione germanica nomade proveniente dall’Europa orientale, invasero l’Italia. Conquistarono rapidamente le regioni settentrionali, estendendo successivamente il proprio dominio in Toscana, Umbria e nei territori del Ducato di Benevento.

Oratorio di Santa Maria in Valle, detto anche Tempietto Longobardo, VIII sec. Veduta dell’interno. Cividale del Friuli.

In campo artistico, gli influssi delle popolazioni germaniche divengono determinanti a partire dalla fine del VI secolo, con la diffusa presenza dei Longobardi nella penisola. Il loro linguaggio figurativo deriva dalla sintesi di elementi della tradizione germanica e di quella latina. Della prima si mantengono le forme astratte e la severa decorazione, a motivi geometrici e naturali: spicca, in particolare, il repertorio di animali (leoni, serpenti, draghi). Dalla tradizione classica deriva la rappresentazione della figura umana.

Alla scultura a tutto tondo i Longobardi preferirono i bassorilievi, in cui le figurazioni perdono qualsiasi carattere prospettico e la linea crea disegni decorativi e astratti. I Longobardi eccelsero nell’arte dell’oreficeria, con l’uso di oro, argento, pietre dure e pasta vitrea vivacemente colorata. Abili artigiani, essi affinarono anche la tecnica dell’intaglio dell’avorio, della tessitura e della lavorazione di armi, arricchite con decori. L’influenza dell’arte longobarda si ridusse al nord della penisola intorno alla fine dell’VIII secolo, con la sconfitta subita ad opera di Carlo Magno, e al sud intorno all’XI secolo.

ARTE CAROLINGIA E OTTONIANA

L’arte carolingia è maturata alla corte di Carlo Magno e del figlio Carlo il Calvo e si è sviluppata in Italia nei secoli IX e X. Presenta un rinnovato interesse verso i modelli dell’antichità classica: si recupera l’attenzione per la realtà, cui corrisponde la ripresa degli effetti di chiaroscuro, mentre la figura umana è inserita entro più verosimili ambientazioni. Questo processo fu così ampio da essere considerato una vera e propria rinascita dell’arte.

Lo stesso imperatore promosse la diffusione di centri di cultura, identificabili con i monasteri e con le corti, e fondò ad Aquisgrana la Schola Palatina, in cui vennero prodotti importanti codici miniati. Un posto centrale continua ad avere l’oreficeria, mentre materiali preziosi (oro e pietre di valore) vengono impiegati anche per ornare copertine di codici importanti, con la tecnica a sbalzo. L’Età ottoniana corrisponde ad una breve stagione, dal 962 al 1024. L’arte mantiene un riferimento forte al classicismo, ma, rispetto al periodo precedente, si accentua il carattere aristocratico della produzione, che recupera anche elementi figurativi bizantini.

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