Arabo-normanna
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- Creato: 20 Giugno 2016
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In Italia meridionale, il periodo che comprende l’arte dell’Ato Medievo e il Romanico coincide con una fase culturale ricchissima, derivata dalla fusione di linguaggi artistici diversi. In Sicilia, l’occupazione tra l’826 e il 902 e aveva determinato un deciso influsso commerciale e culturale dell’Oriente islamico.
Nello stesso periodo, gli Arabi si insediarono sulla costa tirrenica della Campania; qui la città più florida era Amalfi, che per motivi commerciali aveva sempre mantenuto un rapporto privilegiato con l’Impero bizantino. Agli inizi dell’XI secolo, la conquista da parte dei Normanni determinò un profondo cambiamento del quadro storico e culturale dell’Italia meridionale: a partire dal 1029, nell’arco di un secolo, essi si impadronirono dei territori meridionali della penisola e della Sicilia, strappata agli Arabi dopo una guerra durata trent’anni. I nuovi sovrani, della potente dinastia degli Altavilla, favorirono l’integrazione della cultura islamica e della tradizione bizantina con il linguaggio nordico, impiegando costruttori e decoratori arabi al fianco degli artisti chiamati da Bisanzio per realizzare i grandi cicli di mosaici.
LE CARATTERISTICHE DELL'ARTE ISLAMICA
Nel Corano, testo sacro della religione islamica, non si parla direttamente di arte: vi si trovano avvertimenti contro un’architettura troppo lussuosa, la proibizione dell’idolatria e della rappresentazione figurata di Dio, la proibizione di costruire tombe monumentali e, in generale, raccomandazioni di austerità. Viene invece valorizzata la scrittura (soprattutto la trascrizione del Corano) e quindi prende grande impulso la calligrafia: il calligrafo assume così un ruolo più prestigioso di quello del pittore. Poiché il potere religioso e quello politico sono affidati alla stessa persona (il califfo, dall’arabo khalifa, successore), palazzo del potere e moschea (il luogo di preghiera) sono vicini, spesso adiacenti. Ciò comporta la costruzione di grandi moschee, il cui splendore deve testimoniare sia il prestigio della religione che quello della dinastia regnante. Il palazzo, invece, è chiuso entro alte mura, arricchito all’interno di ambienti raffinati e sontuosi arredi. La mescolanza con l’arte greco-romana e bizantina ha generato forme artistiche che hanno trovato grande espansione e i cui caratteri principali sono:
- disposizione dei mattoni con effetto decorativo;
- decorazioni a stucco;
- ceramica architettonica policroma;
- cupole “a bulbo” e “a cipolla”;
- archi intrecciati;
- wan, tipico ingresso porticato della moschea;
- ceramica decorata per vasellame e oggetti;
- giardini a spazio chiuso, con fontana centrale.
GLI ARABI IN SPAGNA
Nel 711 d.C. i Cavalieri dell’Islam (dodicimila Berberi provenienti dall’Africa del Nord, che, guidati da Tarik, avevano attraversato lo Stretto di Gibilterra), senza quasi avere incontrato resistenza, occuparono la parte della Spagna che era sottomessa ai Visigoti. In breve, il dominio arabo arrivò fino ai Pirenei: nell’VIII secolo quasi tutta la Spagna era sotto ildominio degli Arabi, che la chiamarono Al Andalus e la dominarono fino all’XI secolo, quando iniziò il movimento di riconquista cristiana (Reconquista). Nel giro di tre secoli gli Arabi vennero via via ricacciati verso le regioni meridionali. Nel XIII secolo il dominio arabo era ridotto al piccolo Emirato di Cordova, che cadde definitivamente nel 1492. Città come Cordova, Granada e Siviglia conservano ancora esempi eccezionali dell’arte islamica, anche se mescolata a tracce ispano-romaniche e visigote.
MOSCHEA DI CORDOVA
Iniziato nel 785 e più volte ingrandita, la moschea, assume l’aspetto quasi definitivo sotto il califfo al-Hakam II (961-976). La sala di preghiera è a forma longitudinale: è larga 70 m, lunga 115 m e presenta 320 colonne. Le campate, coronate da merlature, conferiscono un aspetto difensivo all’edificio religioso. Sulle pareti osserviamo motivi geometrici, in mattoni, e festoni cesellati sulla pietra. Sui capitelli traforati poggiano le imposte che sostengono archi a ferro di cavallo.
L’ALHAMBRA DI GRANADA
Il palazzo dell’Alhambra era una vera e propria città reale fortificata, posta a dominare dall’alto la città. Ospita edifici realizzati tra il secolo XIII e il XIV dall’ultima dinastia di principi musulmani in Spagna. Lo splendore raggiunto in questo periodo è testimoniato dalle imponenti opere di difesa (la cinta muraria e l’Alcazaba, cioè il mastio militare) e dai palazzi residenziali, con le sfarzose sale e le torri. Giardini si alternano a patii (cortili) aperti, in cui ricorre la presenza dell’acqua. Il Patio dei leoni è circondato da portici sostenuti da 124 esili colonne; i capitelli, i soffitti a stalattiti e i muri sono ricoperti da una fitta trama decorativa a stucco, arricchita da iscrizioni in versi arabi inneggianti all’amore. Al centro, la vasca della fontana è sostenuta da dodici leoni di pietra bianca.
I NORMANNI IN ITALIA
I caratteri dell’arte arabo-normanna L’arte arabo-normanna si caratterizza per l’integrazione di linguaggi e forme artistiche diverse: alla cultura bizantina, già profondamente radicata in queste regioni, si affiancano riferimenti all’Islam, mentre la conquista normanna ha determinato l’introduzione di modelli originari dell’Europa settentrionale. La cultura bizantina si afferma negli ampi cicli di mosaici, con soggetti figurativi sia sacri che profani, sviluppati lungo le superfici interne degli edifici su splendidi fondi dorati. Di origine bizantina è, inoltre, la pianta centrale, diffusa in particolare nelle architetture sacre. L’influenza araba è riconoscibile nella rigorosa semplicità dei volumi, misurati ed essenziali, in cui prevalgono forme cubiche o cupole; le decorazioni, spesso policrome, sono caratterizzate da eleganti motivi geometrici e astratti. Ricorrenti nel repertorio islamico sono, infine, gli archi ogivali e le cornici ad archi intrecciati, frequenti nelle logge, nei portici e nei chiostri. All’interno, i soffitti sono rivestiti con cassettoni lignei decorati o con stalattiti in stucco (muqarnas). I Normanni, invece, lasciano la loro impronta soprattutto nell’architettura: i volumi sono possenti, talvolta chiusi come fortezze. Le chiese sono caratterizzate dallo sviluppo verticale della navata principale e del transetto, mentre la loro facciata è inquadrata da due torri campanarie. Numerose sono le testimonianze dell’arte arabo-normanna in Sicilia, e in particolare nella zona occidentale. Ricordiamo la Cappella Palatina a Palermo, il Duomo di Cefalù e il Duomo di Monreale.
LE FORME NITIDE DELL'ARCHITETTURA ARABA
Chiesa cristiana in pure forme arabe è San Cataldo; essa si mostra all’esterno come un parallelepipedo percorso da arcate cieche e da motivi astratti incisi sulla superficie; su questo si ergono tre cupole emisferiche, dipinte di un rosso luminoso.
CATTEDRALE DI CEFALù
Fu voluta dal re normanno Ruggero II d’Altavilla nel 1131. Presenta una mole imponente tanto da apparire quasi una fortezza. La facciata ha semplici forme geometriche ed è inquadrata da due alte torri campanarie, elementi di derivazione normanna. Di derivazione islamica sono, invece, la facciata piana e il motivo ad archetti intrecciati, che si distende sulle superfici della facciata stessa e della zona absidale.
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