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Caravaggio, Michelangelo Merisi 1571-1610
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- Category: Indice artisti
- Creato: 22 Giugno 2016
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Caravaggio nato forse a Caravaggio, dopo l’apprendistato a Milano, presso il pittore Simone Peterzano, si trasferì a Roma intorno al 1592. Qui iniziò a lavorare nella bottega del Cavalier d’Arpino dove dipinse nature morte e creò alcune scene di genere con figure di adolescenti, come il Ragazzo con canestra di frutta o il Ragazzo morso dal ramarro.
L’anno successivo entrò al servizio del cardinale Francesco Maria del Monte che gli commissionò alcuni dipinti tra cui la Buona ventura, il Suonatore di liuto e, probabilmente, il Bacco e la Canestra di frutta. Tra il 1599 e il 1601 ricevette due incarichi pubblici di grande rilievo: il ciclo di San Matteo in San Luigi dei Francesi, e quello con la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo in Santa Maria del Popolo. In fuga da Roma dopo aver ucciso un uomo in una rissa, giunse a Napoli nel 1607 dove eseguì numerosi dipinti, tra cui le Sette opere di misericordia. Nel 1608 si trasferì a Malta e divenne cavaliere dell’Ordine.
Dopo aver dipinto San Gerolamo e la Decollazione del Battista fuggì nuovamente in seguito a un litigio. Sulla via del ritorno a Roma, sbarcò a Porto Ercole, dove, ammalato e delirante, morì sulla spiaggia della Feniglia, il 18 luglio 1610: il suo corpo fu gettato in una fossa comune. Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio dal luogo d’origine della famiglia, può essere considerato il maggiore pittore del Seicento e uno dei più grandi di tutti i tempi. Egli opera un radicale rinnovamento della pittura, rompendo con la tradizione manierista, affermando una concezione figurativa fondata sul naturalismo, e su una moderna e drammatica concezione dell’uomo. La sua opera si compie in circa venti anni, ma in questo breve arco di tempo le esperienze artistiche e la definizione del suo stile si susseguono in modo serrato. Caravaggio dipingeva con grande rapidità e direttamente dal modello del vero. Ha portato nei suoi dipinti la realtà quotidiana, costruendo le scene nel rapporto, spesso drammatico, tra luce e ombra: la luce, quasi sempre in diagonale, rivela la realtà e diventa simbolo dell’illuminazione divina.