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Luca Ferrari, detto Luca da Reggio 1605-1654
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- Category: Indice artisti
- Creato: 20 Settembre 2017
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Luca Ferrari (chiamata Luca da Reggio), pittore italiano. Le fonti sostengono di essere un allievo di Guido Reni, ma di giudicare dallo stile delle prime opere sopravvissute: il Miracolo di Giovanni Francesco Vincenzo e il Miracolo di Laura di Correggio (entrambi 1626-27, Reggio Emilia, Madonna della Ghiara), che non mostrano alcun effetto sull'influenza di Reni, avrebbe potuto addestrarsi nella sua città di origine a fianco degli artisti Leonello Spada, Alessandro Tiarini e Carlo Bononi, che negli anni 1610 e 1620 decoravano la basilica della Madonna della Ghiara.
Può benissimo essere il Luca che è menzionato in un documento di Modenese del 1627 come avente assistito Tiarini. Nel 1635 è stato documentato a Padova, dove è stato membro della Fraglia dei pittori per due anni e dove ha lavorato sulla grande tela raffigurante San Domenico Implorare la Vergine per porre fine alla peste (1635; Padova, Cassa di Risparmio) E altri lavori su tela (ad esempio altari verniciati nel 1642 in S Francesco e S Tommaso) e in affresco (ad esempio la cappella funeraria (1640) della famiglia de Lazara a Conselve). La sua conoscenza della pittura veneziana del XVI secolo era fondamentale per aiutarla a schiarire il vigoroso vigore del naturalismo emiliano e ad adottare colori più pallidi e luminosi. La decorazione della basilica della Madonna della Ghiara è stata completata in questo nuovo stile (1644-48), e ha eseguito importanti dipinti per le chiese di Reggio Emilia (ad esempio il matrimonio a Cana e il Battesimo, sia in S Pietro). Nel 1650 fu nuovamente documentato nelle vicinanze di Padova, dove lavorava sugli affreschi di Villa Selvatico (ora Emo Capodilista) a Battaglia Terme e per la Villa Barbarigo a Noventa Vincentina.
Queste decorazioni sono ariose e luminose in un modo quasi del XVIII secolo. Inoltre si è specializzato nell'esecuzione di tele su larga scala che descrivono argomenti storici, soggetti mitologici, come le due Scene dell'Iliade che erano una volta nell'E d'Este Villa Pisani (ora Venezia, Palazzo Pisani-Moretta) e su scala ridotta In particolare la Deposizione (1652; Padova, Basilica di S Antonio) e il Miracolo di Sant'Antonio (1653; Este, Chiesa dei Battuti). La sua ultima commissione documentata fu la decorazione del soffitto di S Tommaso Cantauriense a Padova (in situ), che mostra una prospettiva più complessa e lo scontro di diverse sorgenti luminose. Il suo stile spettacolare, che nelle opere più tarde era talvolta marciato dagli effetti forzati, gli conquistò fama, numerosi imitatori e un'influenza duratura sulle generazioni successive dei pittori veneziani.