Linguaggio e Comunicazione Visiva

Il punto

Dal punto di vista geometrico il punto è un’entità astratta, priva di dimensione, per cui non occupa né superficie né spazio. Per gli artisti, invece, il punto è concreto: lo vediamo emergere dal fondo, da solo o insieme ad altri, in una composizione; possiamo identificarlo, dargli dimensione e significato.

Tipi di punto

La forma e la dimensione del punto dipendono da diversi fattori:

  • dalla materia con cui esso è realizzato: può essere un granello di sabbia, un piccolo foro, una pallina di creta collocata su una superficie, o ancora colore solidificato, ecc.;
  • dallo strumento di cui ci serviamo per realizzarlo: la punta, variamente affilata, della matita, la penna, il pennarello, il pennello, il dito immerso nella creta fresca, ecc.;
  • dal supporto: la carta, la tela, la creta, la plastica, ecc.;
  • dalla pressione della mano che lo genera.

Funzioni del punto

Nella comunicazione visiva e nelle arti figurative il punto può assumere molteplici aspetti e prestarsi a diversi utilizzi a fini espressivi. Nell’arte antica si usava in prevalenza per fini ornamentali, per decorare vasi od oggetti metallici a sbalzo o mediante incisioni. Gli artisti delle avanguardie ne hanno fatto oggetto di composizioni astratte, in cui il punto assume il ruolo di protagonista. Interessante è il suo uso per addensamento e rarefazione, che consente di creare superfici variamente texturizzate e generare ritmi e configurazioni di immagini di vario genere. Nella grafica pubblicitaria è assai frequente l’uso del punto, diversamente colorato, isolato o in relazione con altri elementi del linguaggio visuale.

Anche oggi gli Aborigeni australiani privilegiano il punto in molte delle loro espressioni artistiche. Qui il punto viene usato con finalità decorativa, seguendo gli andamenti di circonferenze, spirali e segmenti rettilinei. Nella cultura aborigena esso ha, comunque, significati simbolici.

Incisioni rupestri di Aborigeni australiani.

Klee tra musica e punti colorati

Eccellente violinista, oltre che artista sperimentatore del linguaggio visivo, Klee cercò di stabilire un collegamento tra le armonie acustiche della musica e quelle visive della pittura. Nel dipinto intitolato Polifonia, i punti colorati definiscono precise forme rettangolari, ma talora scivolano sul rettangolo adiacente. L’effetto di sovrapposizione modifica e interagisce con il colore di sfondo, come una melodia su una linea ritmica di base.

Paul Klee, Polifonia, 1932. Olio su tela. Kunstmuseum, Berna.

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