Periodi e movimenti

Masaccio - Cappella Brancacci

Il fiorentino Masaccio (1401-1428) ha svolto un ruolo decisivo nella storia della pittura. Egli ha applicato in modo rigoroso la prospettiva e, nello stesso tempo, seguendo gli esempi di Giotto e di Donatello, ha proposto una nuova immagine dell’uomo, visto come soggetto dotato di grande dignità morale.

Insieme a Masolino da Panicale (1383-1440 ca.), egli ha realizzato gli affreschi della Cappella Brancacci nella chiesa fiorentina del Carmine, su commissione di Felice Brancacci, mercante di seta e uomo politico. Per la prematura morte di Masaccio e l’esilio dei Brancacci, avversari del partito dei Medici, il ciclo rimase incompleto, limitandosi alle due pareti di fondo e alle parti superiori delle pareti laterali, con le Storie di San Pietro, Adamo ed Eva nell’Eden e la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso. La concezione prospettica unitaria risulta evidente nella scelta di un unico punto di vista, da parte del pittore, immaginato al centro della cappella, dove si pone chi guarda.

Masaccio, Il tributo. Affresco, 255x598 cm, e particolare del viso di San Pietro, 1424. Firenze, Cappella Brancacci.
  • Il paesaggio è descritto in modo sommario ed essenziale, ma realistico.
  • La testa di Cristo coincide con il fuoco della prospettiva presente nell’architettura sulla destra.
  • Le scene sono vivacizzate dal concatenamento dei gesti, mediante i quali l’artista sviluppa la storia.
  • La vicenda si articola in tre momenti: Cristo, giunto a Cafarnao con gli apostoli, ordina a Pietro di prendere dalla bocca di un pesce una moneta, per pagare l’ingresso in città.
  • Le figure umane si dispongono a semicerchio attorno a Cristo, creando un preciso effetto di spazio.
Schema prospettico.

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