Periodi e movimenti

Palazzina di caccia di Stupinigi

Torino acquisì una nuova importanza nel XVIII secolo, quando i Savoia assunsero il rango di monarchi. Nella volontà di misurarsi con le grandi capitali europee, la città si espanse in modo ordinato e monumentale, grazie alla sovrintendenza dell’architetto Filippo Juvara o Juvarra (1676-1736).

aDa Messina, sua città natale, Juvarra si recò a Roma, dove studiò le opere di Francesco Borromini. Giunto a Torino, divenne nel 1714 ‘Primo architetto del re’: progettò numerosi interventi, quali lo scalone di Palazzo Reale (1721), la facciata di Palazzo Madama (1718-1721), la Basilica di Superga (1717-1731) e la Palazzina di caccia di Stupinigi (1729-1733). Juvarra utilizzò il repertorio formale del classicismo cinque-secentesco, rinnovandolo secondo princìpi razionali.

La Palazzina di caccia di Stupinigi

La Palazzina di caccia di Stupinigi fu fatta costruire dai Savoia fuori dalla città, come facevano i sovrani delle corti europee. Non era residenza reale, ma sede di ritrovo per le attività di caccia, mondane e di rappresentanza. Questa configurazione determina una continuità tra edificio e natura.

  • L’effetto generale dato alla palazzina è fortemente scenografico.
  • Cortile ottagonale su cui si affacciano gli edifici di servizio.
  • Le ali avanzate, con funzione di scuderie e rimesse agricole, sono state aggiunte dopo la morte di Juvarra.
  • Le facciate sono ripartite da lesene e da ampie finestre regolari: la varietà barocca risulta qui controllata dal rigore compositivo.
  • Dal salone centrale, alto quanto l’intero palazzo e coperto da una cupola, partono i quattro bracci, sviluppandosi nello spazio circostante e collegandosi ai corpi di servizio.

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