quattrocento

Pittore catalano e miniaturista. Ha lavorato a Barcellona ed è stato il pittore eccezionale in Catalogna nel secondo trimestre del XV secolo, il successore di Borrass, che probabilmente gli ha insegnato.

Nato a Genova nel 1404, Battista Alberti (il nome Leone fu un’aggiunta personale) era figlio naturale di Lorenzo di Benedetto Alberti (membro di un’antica famiglia di mercanti e banchieri fiorentini banditi da Firenze nel 1377 per motivi politici) e di Bianca Fieschi, nobildonna genovese. Cresciuto in esilio da Firenze fino al 1428, ricevette una solida formazione culturale prima a Venezia, quindi a Padova e a Bologna, ove conseguì la laurea in diritto canonico.

Vasari, nella seconda edizione delle Vite (1568), afferma che le tre tavolette si trovavano nella cappella del castello di Mantova, dove il pittore si era recato già nel 1460 accogliendo l’invito del marchese Ludovico Gonzaga, e dove risiederà fino alla morte impegnandosi nelle imprese pittoriche commissionategli da Isabella d’Este. Nel 1587 le tavole erano in possesso di Don Antoni de’ Medici, figlio di Bianca Cappello e Francesco I. La cornice è del XIX secolo.

Nato attorno al 1430 a Messina, presto si recò a Napoli. Antonello fu apprendista presso la bottega del pittore Colantonio, quotato copista di opere fiamminghe. Secondo la tradizione, fu proprio Antonello a diffondere in Italia l’uso della pittura a olio su tavola, alla maniera dei Fiamminghi.

Scultore italiano, allievo e assistente di Donatello (la cui pulpiti di S. Lorenzo ha finito) e l'insegnante di Michelangelo, da quando è stato impiegato da Lorenzo de 'Medici, il Magnifico, come custode della sua giardino di sculture, che è stato uno dei primi accademie moderne.

Pur rimanendo misterioso il complesso significato della composizione, l’opera celebra l’amore, la pace, la prosperità. Si trovava alla fine del XV secolo nella casa in via Larga dei cugini di Lorenzo il Magnifico dove stava appesa sopra un tettuccio, una sorta di cassapanca caratteristica dell’arredamento delle residenze signorili rinascimentali.

Si tende a identificare la giovane donna armata con la dea virtuosa Pallade Atena, raffigurata in atto di trattenere il centauro, personificazione degli istinti ferini. La giovane ha la veste decorata da un emblema mediceo, l'anello con la punta di diamante. La tela è citata nell'inventario del 1498 della residenza fiorentina di Giovanni e Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, la stessa dimora dove si trovava la Primavera.

La pittura murale proviene da una loggia dell’ospedale di San Martino alla Scala a Firenze, antica istituzione destinata all’accoglienza degli orfani. Fu eseguita da Botticelli nel 1481, poco prima della sua partenza per Roma. Sublime interpretazione del tema della predizione della nascita di Gesù a Maria, l’opera è anche un’importante fonte per la conoscenza della casa signorile nel rinascimento.

Fu commissionata nel 1489 da Benedetto di ser Francesco Guardi per la chiesa di Santa Maria Maddalena in Borgo Pinti a Firenze. Rispetto all’Annunciazione ad affresco dipinta circa 10 anni prima, questa composizione si presenta più austera e pervasa da una tensione spirituale che potrebbe riflette l’influenza della predicazione di frà Girolamo Savonarola.

Incoronata dagli angeli, la Vergine è raffigurata in atto di scrivere su un libro il cantico “Magnificat anima mea Dominum” (La mia anima magnifica il Signore). L’originalità dell’invenzione, la sofisticata eleganza delle vesti e delle acconciature, la grazia del volto assorto di Maria hanno reso celebre nei secoli quest’opera di Botticelli.

Destinata alla devozione privata, la tavola mostra il santo intento a scrivere nell’intimità del suo studio, reso con una sapiente prospettiva e gran cura nella resa dei dettagli ornamentali della poderosa architettura classica. Ai piedi del santo sono sparsi fogli accartocciati, che sottintendono la difficoltò nel tradurre in parole l’ispirazione divina.

Documentata come già presente nella collezione di Isabella Bianciardi-Pini a Firenze, l’opera giunse agli Uffizi nel 1882. La scena rappresenta soldati con alabarde ed anziani personaggi dai costumi ebraici, ma è di difficile interpretazione in quanto la tavola è un frammento di una composizione più vasta, verosimile una Crocifissione o un Martirio dei Diecimila. Il soggetto presenta analogie con un disegno raffigurante la Crocifissione, sempre dello stesso autore e conservato alla Christ Church Library di Oxford.

Filippo Brunelleschi (1377-1446) utilizzò per primo nel Quattrocento le forme architettoniche dell’antichità classica, dopo averle studiate tra le rovine di Roma antica. Egli usò la colonna, l’arco, i capitelli come strumenti per dare ordine allo spazio costruito. Come si faceva nell’antichità, egli mise in relazione tra loro le parti della costruzione in base a precise regole proporzionali.

Scultore fiorentino che riportati nella seconda metà del 15 ° secolo molti dei motivi e stilemi caratteristici del primo tempo.

Giovanni Angelo del Maino è uno scultore italiano, figlio di Giacomo del Maino, un maestro di legno, che ha diretto uno dei più importanti laboratori di Milano.

La statua di San Giorgio, commissionata nel 1417 dall’Arte degli Spadai e dei Corazzai, rappresenta la compiuta affermazione delle idee rinascimentali nell’arte figurativa.

È la prima elaborazione di un modello inventato da Filippo Lippi, nel quale si fondono l’iconografia della Natività e quella dell'adorazione del bambino alla presenza dei santi. La scena si svolge in un prato fiorito che contrasta con l’impervio e inverosimile paesaggio dello sfondo. Proviene dal convento fiorentino di San Vincenzo, detto di Annalena.

Pittore italiano, figura di primo piano nella pittura lombarda fino all'arrivo di Leonardo da Vinci. Nato e morto a Brescia, ma ha svolta la sua attività soprattutto a Milano. Ha conseguito la sua formazione a Padova, il suo stile robusto doveva molto a Mantegna, non da ultimo nel suo interesse in prospettiva. Le sue realizzazioni più importanti sono gli affreschi in S. Eustorgio a Milano, e Santa Maria del Carmine a Brescia.

Rinascimento si indica il periodo corrispondente ai secoli XV e XVI. Questo ha avuto come premessa il movimento di pensiero Umanesimo: esso ha elaborato un nuovo atteggiamento da parte dell’uomo nei confronti di se stesso e del mondo ed ha valorizzato le capacità razionali e progettuali dell’uomo.

Nel corso del Quattrocento, in Italia e in  larga parte d’Europa, si registrano mutamenti significativi nel campo culturale. In Italia, i Signori, reggenti i vari Stati regionali, affidano agli uomini di arte e di lettere, gli Umanisti, il compito di dare prestigio alla propria famiglia con le loro opere. Le residenze signorili divengono dei veri e propri centri di cultura, dove letterati ed artisti possono affermarsi e dare frutto al proprio ingegno. Nasce, in questo clima fervido, il Rinascimento.