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Il cane è un soggetto molto frequente nella storia dell’Arte: lo vediamo rappresentato in tranquilli ambienti domestici, a fianco di un ricco signore o in corsa in una battuta di caccia. Nel corso del tempo ha assunto significati simbolici discordanti, anche se generalmente prevale quello della fedeltà. Già Plinio ricorda che, insieme al cavallo, il cane è il più fedele compagno dell’uomo.

Il cane appare in ambito mitologico quale attributo di Diana, dea della caccia, e di altri cacciatori come Adone e Atteone. Nel Vangelo lo vediamo leccare pietoso le piaghe al mendicante Lazzaro e, nella devozione religiosa, è il fedele compagno di San Rocco, cui porta sollievo lenendo la ferita dovuta alla peste. È però feroce come cane da guardia o a caccia di cervi o cinghiali. Celebre per la sua ferocia è Cerbero, il mitico cane a tre teste, guardiano degli Inferi.

Una coppia di cani che giocano, vista da un anonimo scultore romano del II sec. a.C
il cane interpretato dal fiammingo Jan Van Eyck (particolare da I coniugi Arnolfini)
Un minaccioso cane da guardia al guinzaglio, in un mosaico di una casa di Pompei